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Costa è un interprete della cultura "pop" contemporanea. Con la sua arte ironizza il quotidiano rappresentandone le icone, gli stereotipi, gli oggetti che sono ormai diventati simbolo della nostra epoca e della nostra cultura creata dai media e spogliata della storia. Il passato emerge nei suoi paesaggi evocato da personaggi mitici ripresi dalla storia dell'arte, rivisitati in chiave moderna come finti eroi contemporanei vivi solo grazie alla loro immagine e al loro look: un giovane Nettuno racchiuso in una nicchia in veste di Aquaman, pronto per un servizio fotografico e totalmente disinteressato a lanciarsi in battaglia contro gli acerrimi nemici; un putto ingrassato, goffo e pelato vestito di soli boxer, che si lancia all' inseguimento di un maiale, già visualizzato nelle sue fantasie come un gustoso "Big-Mac"; una moderna Diana, vergine dea della caccia, protettrice degli animali e delle donne, seduta su un masso, con stivali alla moda, un elmo altrettanto fashion disegnato dall'ultimo stilista di grido londinese, un peluche/pelliccia molto glamour adagiato innaturalmente sulle spalle e un'aria da amante sedotta e abbandonata fuori da una discoteca. Altre figure mitologiche fanno da comparse o vengono evocate: Apollo e Dafne del Bernini reggono elegantemente un paralume di gusto barocco e un po' kitsch, mentre una giovane, bionda ossigenata, donna Sabina viene rapita da un prestante antico Romano. Accanto ai miti classici, Costa affianca il mito moderno per eccellenza: la TV. L' Uomo si interroga amleticamente davanti ad un illuminante e illuminato televisore aureolato; un uomo non più tormentato dalla domanda esistenziale del vivere o morire, ma un uomo disinvolto, self-confident, che ha già trovato tutte le risposte nell'immagine di sé che passa attraverso il tubo catodico. Costa rappresenta spesso le donne come inespressive Barbie o suadenti veneri botticelliane modernamente formose, gli uomini come immagini di un machismo forzato, dai corpi michelangioleschi perfettamente scolpiti da ore di palestra, anch'essi svuotati da qualsiasi espressione, pensiero o obiettivo se non dalla vanità.