Esterno Notte series 04/18 - Limited Edition of 5 Print

L'esercizio della fotografia permette di restituire uno sguardo critico sulla realtà, di insinuare il dubbio, dove quello che è dato per normalità, passando quasi inosservato nel fluire quotidiano, emerge nella sua complessa problematicità. Questi scatti notturni rivelano come alcune lottizzazioni di fine Novecento, costruite alla periferia della città come quartieri modello, abbiano assunto le sembianze di quartieri fantasma, dove lo spazio pubblico, e la presenza dell'uomo al suo interno, si sono contratti fino a sparire a favore del privato, della sicurezza, della quiete domestica. Porte blindate, recinzioni, piccoli giardini singoli, inferriate, balconi, garage sotterranei, videocitofoni: segni della ricerca di sicurezza, di una demarcazione tra il dentro (lo spazio privato) ed il fuori (o “l'altro” da sé), tra gli spazi chiusi dell'agio domestico e la concezione dello spazio urbano come luogo di aggregazione, di scambio, di circolazione delle idee e del desiderio. Le aree comuni, come piazze o giardini, si sono ridotte a scarti di progettazione quasi impraticabili. Senza dubbio i progetti di partenza, che vedevano nelle lottizzazioni lo sviluppo di futuri centri residenziali, commerciali, direzionali e scolastici, si sono scontrati con la crisi del settore immobiliare, che ha lasciato molti appartamenti sfitti. Ma ciò che sembra essersi smarrito, nella progettazione sorta durante gli anni della speculazione edilizia, è l'idea di città, intesa come “spazio simbolico che, rispecchiando la visione del mondo di una civiltà, fa sentire chi la abita perfettamente inserito in un microcosmo sicuro ed accogliente” . La concezione dell'abitare sembra avere perso la sua valenza sociale ed antropologica; e la necessità del costruire insieme, secondo le esigenze dell'uomo, viene relegata al mero riempimento di spazi già dati.