I terreni della memoria Print

Per Milena Nicosia l’arte è respiro, narrazione, eternità! Nata in Sicilia, dipinge da quando aveva 4 anni e da allora non ha mai perso l'entusiasmo di farlo. La sua poetica è raccontare il fascino di un solco di calcare, della ruggine o delle macchie di muffa, da questi, dalla polvere o dai detriti trae la propria ispirazione, “quando la polvere si deposita sulle cose fossilizzandole” o “quando si muove creando architetture gravitazionali”. La sua percezione della Natura è magica, ne legge le architetture nascoste e cerca di sublimarle. La sua poetica è andata di pari passo con il tempo vissuto, c’è stato il momento del calore dei "letti", la passione dei vent'anni mescolata con la malinconia, con le mancanze e le "assenze". Le sue sedie vuote o i suoi letti disfatti contenevano presenze, odori e suggestioni. Nel 2005 le sue opere contengono tracce di abiti “spogliati dal corpo”, essenze di un corpo in impronte che conservano una forma che non c’è più, il calore e le emozioni sono state sostituite dal gelo e dal rigore. Il suo colore non è mai realistico ma emozionale e a volte viene sostituito dal non colore, o dal Bianco e Nero. La pittura di Milena è in levare, in corrosione, in scavare e incidere, sia a livello tecnico che filosofico e così similmente ad uno scultore che vede la forma dentro la pietra lei vede l’immagine sulla superficie che crea o cerca.